VACANZE E INCONTRI NEL TICINO: MAROGGIA

Servizio a cura di Giancarla Silvestrini

Il Ticino è davvero una bella Regione, si trova in Svizzera, ma la lingua che si ascolta è l’italiano o il dialetto.

E’ tutta da scoprire soprattutto nella realtà dei piccoli centri, meno noti , ma ricchi di storia, cultura e tradizione. Sono questi paesi che, percorrendo il Mendrisiotto e Basso Ceresio, hanno attirato la nostra attenzione di visitatori.

Siamo così venuti a conoscenza di eventi, personaggi e luoghi che hanno avuto un ruolo particolare nella storia della Regione ed anche del Cantone, un territorio moderno, dinamico, ma allo stesso tempo legato alle antiche usanze come avviene in occasione delle numerose manifestazioni che mettono al centro la grande offerta gastronomica della regione che vanta ottimi ed apprezzati prodotti come i tipici formaggi della Valle di Muggio, i rinomati vini come il Merlot, eccellenza del Mendrisiotto, e la birra prodotta dal birrificio Ticinese di San Martino di Stabio.

Le manifestazioni più ricorrenti riguardano le varie sagre, fiere

e la celebratissima Festa nazionale del Primo Agosto dove si distinguono Lugano, Maroggia, Melano, Riva S. Vitale per i festeggiamenti ad oltranza con fuochi d’artificio, musica e canti.

Interessanti i vari Festival di cultura e musica, i concerti, il Festival del Film di Locarno, la Festa al Mulino a Bruzella , Mendrisio sul ghiaccio e i Mercatini di Natale.

La Regione è da secoli patria di artisti, pittori, scultori e architetti noti come Francesco Borromini, Carlo Fontana , Carlo Maderno e Mario Botta; dagli scultori Vincenzo Vela e Apollonio Pessina, Pierino Selmoni e Paolo Bellini; dagli scrittori Francesco Chiesa e Alberto Nessi, al naturalista Luigi Lavizzari; da Luigi Rossi ad una delle prime pittrici locali, Anita Spinelli.

Ci siamo soffermati a Maroggia per scoprirne la storia tra la leggenda e l’ arte:

ECCO MAROGGIA:

Maroggia è situata sul lago di Lugano, tra la sponda destra e quella sinistra della foce del fiume Mara.
La storia racconta che le terre di Maroggia e dintorni furono date in donazione dal re Longobardo Liutprando verso l’anno 724 alla cattedrale San Carpoforo di Como e più tardi passarono attraverso Carlo Magno al Duomo di Sant’Ambrogio di Milano. Forse di quest’epoca è il castello, di cui si dice sorgesse in quel di Maroggia, a protezione dell’abitato e dell’importante via d’acqua. Il castello pare venisse denominato Maros, probabilmente da Mara, il torrente che più tardi unitamente alla Roggia doveva completare l’attuale nome di battesimo del Comune. Infatti circa la denominazione, svariate sono le interpretazioni, inizialmente Maros, poi Marozia, Marogia e infine Maroggia.
L’abitato era a quel tempo raggruppato in un nucleo alle spalle della chiesa ed era racchiuso entro porticati a protezione e difesa contro i predoni, in modo particolare dai lupi che facevano parte della fauna della zona. La popolazione, prima di dedicarsi alla professione molinara, e per i più dotati all’arte statuaria e architettonica, traeva il proprio sostentamento dalla pesca e dalla preparazione del carbone.

Nell’ incantevole passeggiata sul lungolago abbiamo ammirato gli antichi monumenti come la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, l’Oratorio della Madonna della Cintura, il soffitto del salone dell’ex Collegio Don Bosco, il bassorilievo di pietra nella Casa Caccia e il bassorilievo murato nella facciata della Casa Frigerio.

La stupenda posizione del Lido di Maroggia ci ha permesso di ammirare il famoso Monte San Giorgio, patrimonio mondiale dell’Unesco, e il golfo di Riva San Vitale dove è situato Capolago raggiungibile in battello per partire in direzione della vetta del Monte Generoso con il treno a cremagliera.

Durante le nostre passeggiate a Maroggia, abbiamo notato che, nonostante la bella stagione estiva, questo bellissimo luogo era poco frequentato se non da qualche pescatore. Così che quando abbiamo visto per la terza volta la figura di un signore gentile , dall’aria un po’ sacerdotale, che ci sembrava esperto del luogo, ci siamo avvicinati e, conoscendolo meglio nei giorni a seguire, è nata la nostra intervista rivolta a lui, al personaggio Maurizio Lancini, incontrato per caso, autore di un interessante volumetto dal titolo “BIANCA – STORIA DI UNA MAMMA” dove narra le origini della sua famiglia italiana emigrata in Svizzera.

INTERVISTA A MAURIZIO LANCINI

D – Signor Lancini, lei è nato qui a Maroggia, in Svizzera, ma è di origini Italiane. Come si definisce?

Mi definisco uno svizzero orgoglioso e fiero del mio Paese che amo e difendo sempre ed in ogni circostanza. Nel cuore però custodisco anche un amore per l’Italia alla quale auguro un presente ed un futuro radiosi in tutti i sensi, dal punto di vista economico e politico.

D – Ho ascoltato e letto con grande interesse la storia della sua famiglia, davvero unica nel suo genere. Può descriverci qualche aneddoto che ha segnato e determinato il corso della sua vita?

Di aneddoti ne avrei tanti da raccontare. Come tutti ho vissuto momenti belli e brutti ed ho fatto le mie esperienze di vita che mi hanno segnato ma che mi hanno anche reso più saggio. Ricordo che quand’ero un ragazzo tutti gli altri miei coetanei ed anche quelli più piccoli attendevano il mio arrivo sulla piazza della chiesa per sapere quali giochi fare e in quale modo divertirsi. Io facevo vivere loro fantastiche avventure, ed ancora oggi giorno se ne ricordano.

D – Ho intuito che lei è molto religioso, sicuramente per l’educazione ricevuta e per le continue frequentazioni in casa . Quali sono i suoi rapporti con la Chiesa?

Da 32 anni, dall’aprile del 1987, sono Presidente del Consiglio Parrocchiale, e con l’aiuto dei miei colleghi amministro la Parrocchia. Purtroppo, come in altre comunità parrocchiali, anche noi siamo confrontati con un calo della partecipazione dei fedeli alla vita della Parrocchia. I giovani che frequentano la chiesa sono pochi e non possiamo contare sulle nuove leve per un ricambio generazionale. Questa è una triste realtà che mi preoccupa.

D – E con i cittadini di Maroggia?

Oggigiorno è difficile allacciare rapporti con i cittadini del villaggio. Trovare qualcuno pronto a lavorare per la comunità è una fatica quasi titanica. Mi dispiace perché a me piace parlare con tutti, ascoltare le storie che mi raccontano, condividere i problemi della gente e dire una buona parola accompagnata da un sorriso d’amicizia e di conforto.

D – E’ vero che i giovani dopo pochi anni di permanenza a Maroggia , pur avendo un lavoro, se ne vanno?

Si, nonostante Maroggia sia un villaggio facile da raggiungere grazie alla disponibilità dei mezzi pubblici e alla fermata del battello che dovrebbe concretizzarsi entro il prossimo anno. Le cause all’origine di questa situazione sono da imputare nella mancanza di alloggi a pigione moderata, oppure anche al desiderio di cambiare con molta frequenza il luogo di residenza per poter fare altre esperienze in giro per il Mondo

D – Come si trova attualmente a Maroggia e quali sono i suoi progetti presenti e futuri?

Maroggia è nel mio cuore e non potrei vivere in nessun altro luogo. Il fascino e la magia del lago che lo culla mi ha conquistato fin dai primi anni di vita. Per quanto concerne il presente ed il futuro spero di poter continuare a dare il mio contributo di cittadino attivo al servizio del popolo e delle istituzioni.

D – La storia di BIANCA, protagonista del suo libro è molto commovente e sicuramente i Maroggesi l’avranno apprezzata perché comunque il racconto è una testimonianza di abitudini del luogo .

Si, le persone che lo hanno letto e che avevano avuto la fortuna di conoscere mia nonna ne hanno provato piacere.

D – A quando il prossimo libro? Certamente la serenità e la bellezza che la circondano saranno complici di una nuova idea da realizzare .

Di manoscritti mai pubblicati ne  ho una valigia piena, altro che cassetto. Continuo a scrivere perché il fuoco di questa passione arde ancora in me. E come potrebbe spegnersi quando ogni giorno ho la fortuna di poter ammirare un panorama fantastico? Questa visione, questo dono che Dio ha fatto agli abitanti di Maroggia ed ai suoi ospiti, riempie sempre di meraviglia i miei occhi e infondono tanta serenità nel mio animo.

Auguri Signor Lancini!

 

Giancarla Silvestrini