Scacchi che passione!

Intervista a Luigi Maggi

Stella di Bronzo al Merito Sportivo, Presidente del Comitato Regionale della Federazione Scacchistica Italiana, componente della Giunta del CONI Lazio. Il 20 dicembre sarà eletto decimo Presidente della Federazione Scacchistica Italiana.

Presidente Maggi, da quanti anni lei opera nello sport?

Vengo da una famiglia che ha amato molto lo sport. Ho iniziato a giocare a Pallacanestro all’età di 10 anni. Ero un giocatore promettente e a 17 anni giocavo in serie B. Allora erano altri tempi ed ancora non era stata introdotta la serie A2;  pertanto ho potuto giocare contro alcune grandi squadre che dopo qualche anno avrebbero vinto lo scudetto. Per motivi famigliari non potei trasferirmi in squadre più titolate e continuare; per un po’ mi orientai sulla dirigenza sportiva prima che gli impegni professionali mi portassero lontano.

Quando è nata la sua passione per gli scacchi?

Appresi gli scacchi in parrocchia sempre all’età di 10 anni e subito mi hanno affascinato. Sono convinto che mi hanno reso migliore anche come giocatore di Pallacanestro perché mi allenavano a prendere decisioni rapidamente, a guardare sempre avanti, ad imparare dagli insuccessi. Poi, dopo l’epico match mondiale Fischer-Spasskij del 1972, decisi di approfondire il gioco. Ebbi la fortuna di conoscere il M° Vincenzo Nestler, più volte campione italiano, che ebbe una forte influenza sulla mia formazione globale e di cui sento sempre vivo il ricordo. Mi insegnò a vedere negli scacchi non solo un gioco e uno sport ma anche come una forma di arte.

Quali sono state da parte sua le innovazioni e i risultati ottenuti in merito alla valorizzazione del gioco degli scacchi, anche sotto gli aspetti sociali?

Gli scacchi sono per tutti e non sono un gioco elitario; non hanno bisogno di impianti sportivi e sono divertentissimi. Così, ho cercato di portare gli scacchi in mezzo alla gente e nella scuola, particolarmente nelle elementari, per i tanti benefici che arreca ai giovanissimi. A questo proposito vorrei ricordare che la direttiva 50/2011 del Parlamento Europeo raccomanda agli Stati membri l’introduzione degli scacchi nella Scuola.

Che fascia di età si avvicina a questo sport?

Ormai si tende ad apprendere gli scacchi nella scuola primaria e non è infrequente nei nostri circuiti giovanili vedere bambini che hanno bisogno di un rialzo sulla sedia per giocare comodamente! Il 50% dei tesserati della Federazione Scacchistica Italiana hanno meno di 18 anni e il 40% hanno meno di 14 anni. Si è fatto molto sotto questo aspetto ma penso che possiamo fare ancora di più.

Tra i giovani, sono di più i ragazzi o le ragazze i partecipanti al gioco?

In Italia, la partecipazione femminile è appena superiore al 18% del totale dei tesserati ma sale a circa il 35% se consideriamo i tesserati sotto i 18 anni di età. Significa che il lavoro che è stato avviato negli ultimi anni sta dando gradualmente risultati. Comunque, a breve, lavoreremo per innalzare entro il 2023 la presenza femminile di altri 4 punti percentuali.

Penso che attualmente saranno diminuiti gli iscritti a causa della pandemia che vede la Federazione nell’impossibilità di organizzare tornei a tavolino, che mi dice in proposito?

Effettivamente abbiamo avuto una contrazione momentanea del numero dei tesserati perché la pandemia è arrivata nei primi mesi dell’anno, impedendoci così la tradizionale attività sportiva giovanile. Abbiamo ripreso solo ad agosto ma con un protocollo di contrasto e contenimento dei rischi di contagio da covid-19 molto cautelativo, per cui molte delle nostre attività si sono spostate verso il gioco on line.

Gli scacchi on-line , potrebbero sostituire nel tempo quest’attività sportiva,  vista la rinuncia obbligata alle sedi fisiche?

Gli scacchi on line hanno avuto uno sviluppo straordinario e ci hanno consentito di sopperire alle attività sportive in presenza. Abbiamo avuto on line persino il Campionato Italiano Assoluto e, a livello internazionale, le Olimpiadi di Scacchi. Però, ritengo che debbano essere considerati una forma complementare del gioco a tavolino: la tecnologia è utilissima ma abbiamo bisogno di socializzare.

Sono tante le difficoltà da affrontare oggi , come in molti altri settori.

Sicuramente lei metterà in atto iniziative atte a salvare e a far crescere uno sport sano, ricco di valori, quale da sempre è il Gioco degli Scacchi!

Le difficoltà attuali le dobbiamo considerare come stimoli a cambiare, a fare meglio e in modo diverso. La Federazione Scacchistica Italiana ha compiuto 100 anni di vita lo scorso 20 settembre e in questo lungo trascorso abbiamo attraversato e superato diversi periodi difficili.

Certamente mi impegnerò a fondo per coniugare innovazione tradizione e, appena assumerò la carica, avvierò un piano quadriennale di sviluppo che già è pronto. Sono ottimista sul futuro degli scacchi che vedo sempre più diffusi tra i giovani e capaci di perpetuare l’influsso sulla nostra cultura e sulla nostra società che va avanti da circa un millennio, da quando cioè arrivarono in Italia attraverso l’espansione araba. Ma questo è un altro capitolo della lunga storia degli scacchi.

Sabrina Artissi