PE: Pesca nel Mediterraneo occidentale: OK al primo piano di gestione stock ittici

I deputati hanno approvato il primo piano di gestione delle opportunità di pesca e di gestione degli stock nel Mediterraneo occidentale per le specie demersali.

  • Equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità socioeconomica
  • Proteggere habitat sensibili e sostegno alla pesca su piccola scala
  • Necessarie misure tecniche specifiche di conservazione

04.04.2019 – Il nuovo piano che copre gli stock ittici demersali, come i gamberetti e gli scampi, mira a garantire il loro sfruttamento, pur mantenendone la capacità riproduttiva. Il piano dovrà essere valutato dopo i primi 5 anni e, successivamente, ogni 3 anni.

Il testo, già concordato in via informale con i ministri UE, è stato approvato con 461 voti favorevoli, 62 contrari e 101 astensioni.

Nel primo anno di attuazione del piano (2020), la capacità di pesca massima consentita sarà ridotta del 10% rispetto ai giorni di pesca autorizzati tra il 2012 e il 2017. Nei successivi quattro anni la capacità massima sarà ulteriormente ridotta del 30%.

Nel testo si richiede inoltre d’emendare il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per permettere di sostenere finanziariamente le aziende di pesca che dovranno cessare le attività, in seguito alle nuove norme.

Le norme concordate:

  • si applicheranno alla pesca commerciale, a quella ricreativa e al pesce
  • catturato involontariamente (stock da cattura accessoria);
  • implementeranno i regimi di cogestione di pesca tra Stati membri, pescatori e altre parti interessate;
  • faciliteranno l’attuazione dell’obbligo di sbarco;
  • limiteranno le attività di pesca ricreativa quando il loro impatto sulla mortalità per pesca è troppo elevato;
  • limiteranno la pesca a un massimo di 15 ore per giorno di pesca (o 18 ore, tenendo conto del tempo di transito tra il porto e la zona di pesca).

Sarà vietato utilizzare reti da traino entro le 6 miglia nautiche dalla costa, ad eccezione delle zone a più di 100 metri di profondità dell’isobata, per tre mesi all’anno. Ogni Stato membro determinerà i tre mesi di chiusura annuale, sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili così da garantire una riduzione di almeno il 20% delle catture di novellame di nasello.