IL SENATORE GIANNI PITTELLA INTERVISTA

Sen. Gianni Pittella, Membro Gruppo PD.

Dal marzo 2018, Membro della 14° Commissione Permanente Politiche dell’Unione Europea.

E’ stato Eurodeputato nella V,VI, VII,VIII legislatura Vicepresidente vicario Parlamento Europeo Presidente ad interim Parlamento Europeo.

Ci siamo conosciuti sin dall’inizio della sua lunga e intensa attività parlamentare che ho seguito sempre con molto piacere. Durante questi anni i suoi interessanti e dotti scritti sono stati riportati nelle pagine di “NUOVO PARLAMENTO” ed io la ringrazio ancora della sua collaborazione che ha gratificato la nostra testata.  Da allora tanti cambiamenti ci sono stati nella nostra politica , quali le sue deduzioni e le sue speranze?

Quando nel 1996 sono diventato parlamentare per la prima volta il Presidente del Consiglio era Romano Prodi e la Camera dei Deputati era presieduta da Luciano Violante. In Parlamento erano rappresentati tantissimi partiti ma lo schema era abbastanza semplice: una maggioranza di centro-sinistra e un’opposizione di centro-destra, che sistematicamente si alternavano dopo ogni tornata elettorale. È innegabile che l’avvento dei Cinque Stelle abbia radicalmente cambiato questo schema. Non so se i Cinque Stelle saranno una forza politica duratura, ma di sicuro non si tornerà più a uno schema bipolare come negli anni Novanta e Duemila. Ormai l’offerta politica si è diversificata e gli elettori cercano partiti che intercettano interessi particolari. È un processo in atto in tutta Europa: spariscono i partiti da grande tenda, i popolari e i socialdemocratici che erano stati capaci di prendere il 35-40%, mentre crescono i partiti ambientalisti di sinistra, i centristi liberali e le varie sfumature dell’estrema destra.

La politica sta attraversando una fase di grandi cambiamenti, e purtroppo i toni che usano oggi i politici mettono a nudo una conflittualità spesso esagerata, che punta a esasperare le differenze ma che non aiuta a creare un clima positivo nel Paese. La mia speranza è che il dibattito politico possa riacquisire quella pacatezza e serietà che le convengono. I politici ascoltino i loro colleghi e i cittadini, non puntino sempre solo ad avere l’ultima parola o a fare la battuta che può ricevere più “mi piace” su Facebook o Twitter.

Oltre ad affrontare e ad operare sui  grandi temi politici,  lei si è impegnato in particolare sui problemi del Sud  dell’Italia, la sua amata terra.  Ci sono stati dei  risultati?

Il 19 gennaio è stata inaugurata Matera Capitale della Cultura 2019. È il risultato del lavoro di molti, che rende giustizia a Matera, una città dalla bellezza inestimabile ma che per anni è stata considerata la vergogna d’Italia, che viene finalmente riconosciuta come centro artistico e culturale dell’Unione Europea intera. In questi anni al Parlamento Europeo inoltre mi sono sempre battuto per preservare i fondi strutturali, che sono linfa vitale per i bilanci delle Regioni del Sud. E il PD, con i Governi Renzi e Gentiloni, aveva dato un assist importante al Sud, istituendo le Zone Economiche Speciali e creando incentivi per i giovani che investono nel Mezzogiorno.

Purtroppo, i problemi che permangono in alcune aree del Sud sono sotto gli occhi di tutti, ma il Governo gialloverde non li affronta in modo visionario e moderno. Invece di investire nelle infrastrutture e nella formazione, incentivando lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro, in modo da posizionare il Sud come hub commerciale e logistico di tutto il Mediterraneo, il Governo concentra tutta la sua politica per il Mezzogiorno nella creazione di un reddito di cittadinanza di cui usufruiranno pochi e che non creerà crescita e ricchezza per nessuno.

Come primo firmatario è stato presentato di recente in Senato il suo disegno di legge N.937 in materia di depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno. Finalità e aspettative? 

I Paesi europei e americani con le politiche sociali più avanzate stanno tutti progressivamente depenalizzando il consumo di sostanze stupefacenti e implementando misure alternative alla detenzione e programmi di riduzione del danno. A determinare questa tendenza non sono i nostalgici del Sessantotto, ma ricerche scientifiche e sociologiche che hanno concluso che è più efficace monitorare e limitare la produzione, la vendita e il consumo delle droghe istituendo un rapporto di fiducia e controllo reciproco fra istituzioni e cittadini, e non con la sola criminalizzazione e il proibizionismo.

Questo disegno di legge era già stato presentato nella legislatura precedente dall’On. Fossati e dal Sen. Lo Giudice. So che tanti colleghi del Movimento Cinque Stelle condividono questa proposta, li invito a sostenerla pubblicamente così che in Parlamento si può provare a trovare una maggioranza a sostegno del disegno di legge, a prescindere dalla attuale maggioranza di Governo.

“Il più bello dei mari è quello che non navigammo” è il titolo dell’ultimo suo libro, autobiografico, un racconto sul ritorno ad una politica dei valori: lo ritiene davvero possibile oggi?

Sì, non è possibile altrimenti. Un politico ha successo solo se viene riconosciuto come rappresentante dei cittadini, e ciò si realizza se nasce un’empatia basata su valori condivisi. La domanda è quali sono questi valori? I valori che hanno ispirato la mia attività politica sono sempre rimasti gli stessi. Giustizia, compassione, e lungimiranza, in modo da contribuire a un futuro sostenibile e da assicurare a tutte e tutti una dignità sociale e lavorativa.

Giancarla Silvestrini