Intervento del Presidente Fico alla cerimonia per la firma della convenzione con la Fondazione CRUI per lo svolgimento di tirocini curriculari presso la Cameraa

11.03.2021 “Saluto il professor Ferruccio Resta, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane e il professor Gaetano Manfredi, già Ministro dell’Università e della Ricerca e già Presidente della Crui. E saluto chi segue questo incontro da remoto.

Oggi è una giornata molto significativa per la Camera. Firmiamo infatti, insieme al professor Resta, la Convenzione che consentirà a studenti di tutte le università italiane, non ancora laureati, di svolgere un tirocinio presso la Camera dei deputati.

È un passaggio di grande valore simbolico e pratico per la nostra Istituzione e per il mondo dell’università.

Grazie alla Convenzione potremo infatti,dopo circa 4 anni, ospitare nuovamente a Montecitorio studenti tirocinanti.

E lo faremo, per la prima volta, sulla base di uno strumento di carattere generale, aperto a tutte le Università interessate, mentre in passato i tirocini erano attivabili sulla base di convenzioni con singoli atenei.

Sin dall’inizio della legislatura, abbiamo pertanto voluto fortemente, con il professor Manfredi prima e con il professor Resta poi, dotarci di questa Convenzione, rispondendo anche ad un auspicio formulato nel gennaio 2019 dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione presieduto dal collega Rosato.

Lo svolgimento di tirocini presso l’Amministrazione della Camera costituisce un’esperienza altamente formativa per gli studenti, interessati al diritto costituzionale e al funzionamento del Parlamento, che vogliano acquisire una conoscenza diretta e concreta delle attività connesse alle funzioni della nostra Assemblea.

Questa esperienza può consentire ai tirocinanti, per un verso, di osservare da vicino e comprendere come si svolgono i processi politici e decisionali, come – in sostanza- si traduce nella realtà quotidiana il dettato della Costituzione e dei regolamenti parlamentari.

Per altro verso, essa assicura l’apprendimento di conoscenze e di metodi di lavoro propri delle singole strutture dell’Amministrazione della Camera utili per completare la formazione universitaria.

C’è però un terzo fronte che per me è particolarmente significativo: il coinvolgimento di giovani laureandi nelle procedure di lavoro dell’Amministrazione della Camera è anche un fattore importante di arricchimento per la nostra Istituzione. Gli studenti sono infatti portatori di conoscenze aggiornate, di punti di vista originali, di entusiasmo che certamente costituisce una risorsa preziosa per tutti coloro che lavorano in questi palazzi.

Sotto questo profilo, credo che la presenza sistematica di studenti nei processi di lavoro interni possa contribuire a consolidare il Parlamento come Istituzione pensante, come Istituzione “culturale”.

Un concetto – su cui ho molto insistito sin dal mio discorso di insediamento – che si riferisce alla necessità che il Parlamento sappia interrogarsi su che cosa deve fare per esprimere una visione di Paese. Ascoltando e avvalendosi dell’apporto di tutti i cittadini, in particolare di quelli più giovani.

L’immissione strutturale di giovani nella nostra amministrazione è pertanto decisivo per il futuro stesso dell’Istituzione. Come è noto, la Camera ha deciso ad avvio di questa legislatura, in base ad un crono programma stabilito dall’Ufficio di Presidenza, di tornare a bandire – dopo diversi anni – concorsi per l’assunzione di personale di varie qualifiche. Nonostante alcuni rallentamenti dovuti alla pandemia, alcune procedure concorsuali come quelle relative ai consiglieri parlamentari – sono già giunte ad una fase avanzata e contiamo, entro quest’anno, di procedere ad assumere i vincitori.

Questa Convenzione conferma inoltre un orientamento che Montecitorio ha avuto in questi anni: una sempre maggiore aperturaall’esterno.

Un’apertura che è anche lo strumento migliore per far sentire questa istituzione più vicina ai cittadini e dimostrare la grande varietà, qualità e complessità delle attività e le modalità di lavoro degli organi parlamentari e degli uffici che li supportano, superando tanti luoghi comuni.

Per mettere in discussione una percezione del Parlamento spesso davvero distante dalla realtà, abbiamo voluto portare avanti una serie di iniziative.

Ricordo tra le altre il Protocollo d’intesa che ho sottoscritto e rinnovato con i Ministri della giustizia e della istruzione per realizzare un programma di sviluppo dell’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza e della conoscenza della Costituzione. Programma che prevede lo svolgimento di incontri di formazione su questi temi all’interno delle carceri minorili e nelle scuole.

C’è un ultimo aspetto che voglio sottolineare prima di concludere. Questa convenzione viene firmata in un momento particolare e difficile anche per l’Università, determinato dall’impatto della pandemia.

Desidero esprimere per il tramite del professor Resta l’apprezzamento più sincero a tutte le università – al corpo accademico, agli studenti, al personale amministrativo – che hanno assicurato, nella fase di emergenza, con dedizione e spirito di sacrificio, la prosecuzione delle attività didattiche, in presenza o a distanza, in conformità alle normative che si sono via via succedute nel corso della pandemia.

Le università sono decisive per la formazione delle nuove generazioni, e sono centri culturali e scientifici essenziali per la crescita del Paese, per il suo futuro. E credo che sia estremamente significativo che in un momento così complesso per la nostra comunità, il numero di immatricolazioni sia aumentato, in particolare al sud. È un dato che testimonia la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni accademiche, della loro capacità di poter arricchire il proprio percorso con una preparazione che permetta di avere ampie e nuove opportunità professionali. Allo stesso tempo è un modo per il Paese di avere fiducia nel futuro e di attrezzarsi per affrontare adeguatamente le sfide epocali che si prospettano.

Concludo con un auspicio: che in questa che è una delle fasi più difficili della storia della nostra Repubblica l’università possa avere un ruolo cruciale per contribuire al rilancio del nostro Paese.

Può e deve farlo a partire dall’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza con il quale saranno stabiliti gli obiettivi e i progetti per utilizzare i circa 200 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea.

Il progetto di Piano trasmesso alle Camere nello scorso gennaio prevede un’apposita missione destinata alla Istruzione e alla ricerca con una dotazione di oltre 28 miliardi di euro.

L’utilizzo di queste risorse richiede una grande capacità di progettazione e gestione che – ne sono certo – anche l’Università saprà mettere al servizio del Paese.”