Intervento del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, all’incontro sulla protezione del diritto d’autore organizzato alla mostra del cinema di Venezia da FNSI, Giornate degli Autori e Articolo

30 Agosto 2019 – Dopo aver salutato il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, il direttore generale Andrea Del Mercato, le autorità, gli autori, i registi e gli attori presenti, il presidente Sassoli ha così esordito:

Mi fa molto piacere incontrare oggi il mondo della cultura, del cinema, dell’arte e del giornalismo, settori che le istituzioni hanno il dovere non solo di promuovere, ma anche di tutelare, e che rappresentano un asset strategico per l’Unione Europea.

Cosa saremmo senza il nostro patrimonio, i nostri artisti, i nostri ricercatori, comunicatori?

Sono molto orgoglioso di aver sostenuto e votato pochi mesi fa la nuova direttiva sul diritto d´autore nel mercato unico digitale, a mio parere una delle leggi più importanti approvate nel corso della precedente legislatura che porta un marchio italiano per il lavoro instancabile prodotto in particolare dall’on. Silvia Costa.

Un provvedimento importante perché ci ha consentito di garantire tutela e nello stesso tempo mettere le mani su regole che la globalizzazione fa fatica ad introdurre.

Siamo all’inizio di una legislatura nata da cittadini che chiedono discontinuità nelle politiche europee e che misurerà la propria capacità di essere un’assicurazione per la vita dei nostri paesi se saprà essere all’altezza proprio delle sfide globali.

Noi vogliamo procedere con le regole temperando le dinamiche di potenza, che nel commercio e nella produzione possono provocare diseguaglianze, insicurezza e impoverimento.

 Ed è con il diritto che crediamo possano essere smorzate anche tante volontà di potenza.

 La direttiva sul copyright risponde a questi requisiti.

Come ben sapete, in un panorama ormai non adeguatamente regolato, obsoleto e con grandi vuoti legislativi, era quanto mai necessaria una revisione normativa perché il mondo della creatività, aveva bisogno di nuove norme in grado di gestire in modo giusto ed equo lo sfruttamento dei contenuti in rete.

 L´Europa, capofila nella tutela dei diritti, pur continuando a investire nel processo digitale e difendendo costantemente la libertà della rete e dei suoi utenti, aveva il dovere di proteggere i produttori di contenuti, da sempre garanti della nostra filiera culturale.

 La direttiva modernizza le norme sul diritto d’autore a livello europeo in 3 modi:

 1 Attraverso l’introduzione di nuove eccezioni al diritto d’autore, che gli Stati Membri sono obbligati a recepire nei loro ordinamenti. In passato, la maggior parte delle eccezioni al diritto d’autore contemplate dal diritto europeo erano facoltative per gli Stati Membri.

 2 Attraverso disposizioni che facilitano la conclusione di licenze e l’accesso ai contenuti. Si tratta di un meccanismo ad hoc di per le istituzioni culturali come le biblioteche.

 3 Attraverso misure miranti a riequilibrare i mercati basati sul diritto d’autore a migliorare la remunerazione e il potere contrattuale degli autori nei confronti delle loro controparti.

 Per fare qualche esempio vorrei sottolineare le principali disposizioni della direttiva:

Un nuovo diritto per gli editori di giornali, che si applica quando i loro contenuti sono usati da piattaforme online. Si tratta di una delle disposizioni più importanti della direttiva; essa ha suscitato vivo dibattito con riguardo ai rapporti tra le industrie creative e le piattaforme internet, quali Google e i social media.

 • Un dispositivo riguardante l’uso di contenuti protetti da parte delle grandi piattaforme di condivisione di contenuti caricati dagli utenti. È previsto che tali piattaforme, poiché effettuano attività che richiedono l’autorizzazione dei titolari dei diritti d’autore, debbano cercare di ottenere una licenza da questi ultimi.

 Si tratta della parte più discussa della direttiva, che ha fatto emergere, anche all’interno del Parlamento europeo, un importante dibattito sul ruolo delle piattaforme internet (quali ad esempio YouTube o i social media) rispetto all’utilizzo di materiale protetto dal diritto d’autore.