ACI: IL MOTORISMO STORICO IN ITALIA – 1° RAPPORTO SUL MONDO DELLE AUTO STORICHE

AUTO: RAPPORTO ACI SU 40,2 MILIONI DI AUTO IN CIRCOLAZIONE, 10 MILIONI HANNO PIÙ DI 20 ANNI. LE AUTO STORICHE SONO 4,3 MILIONI (43,9% DELLE “OVER 20”) DI CUI 388MILA NELLA LISTA DI SALVAGUARDIA ACI. NEL COMPLESSO, IL PATRIMONIO DELLE AUTO STORICHE È STIMATO IN CIRCA 104 MILIARDI DI EURO.
Sticchi Damiani (ACI): “Serve normativa nazionale che distingua le auto storiche da quelle vecchie.
Le prime rappresentano un patrimonio dell’ingegno umano, del design e della tecnica e vanno salvaguardate, le seconde, invece – che vengono usate tutti i giorni – sono insicure e inquinanti e devono essere sostituite. Il primo Rapporto sul motorismo storico conferma la necessità di regole che tutelino il valore storico delle automobili, consentano alle Amministrazioni comunali di sapere, con certezza, a quali auto consentire e a quali negare l’accesso ai centri storici, e favoriscano il rinnovamento di un parco circolante vetusto, in linea con le politiche europee per la transizione ecologica”.
Roma, 4 aprile 2023 – Su 40,2 milioni di auto in circolazione, 10 milioni hanno più di 20 anni d’età. 5,9 milioni sono auto che hanno un’età compresa tra 20 e 29 anni, di cui la “Lista di Salvaguardia” ACI ne riconosce – per qualità, specifiche tecniche e di design- soltanto 388mila: il 7%. Sommando alle 388mila della Lista ACI i 3,9 milioni di auto “over 30” – auto che la normativa considera, automaticamente, auto storiche – il totale delle auto di valore storico e collezionistico raggiunge i 4,3 milioni di unità.
Con un valore medio per auto pari a 24.200 euro, il patrimonio complessivo delle auto storiche sfiora i 104 miliardi di euro (il 5,4% del PIL) ed è distribuito per il 57% nelle Regioni del Nord Italia, per il 27% in quelle del Centro e per il 16% nel Sud e nelle Isole.
Le auto storiche interessano e appassionano sempre più gli italiani. Il 62% degli appassionati non ne possiede neppure una. Il mercato di questa tipologia di vetture si espande con positive ricadute su tutta la filiera, sul turismo e sull’indotto generato dalla manutenzione, dalle fiere, dalle mostre e dalle manifestazioni a cui partecipano proprietari ed estimatori, tra cui sempre più i giovani, su tutto il territorio italiano. Sono 5,2 i miliardi spesi all’anno per il mantenimento delle auto storiche e quasi 2 i miliardi spesi annualmente per la partecipazione a manifestazioni ed eventi di motorismo storico. Un settore per il quale si richiede una regolamentazione normativa nazionale che distingua le auto storiche da quelle semplicemente vetuste.
È quanto emerge dall’indagine “Il motorismo storico in Italia. 1° Rapporto sul mondo delle auto storiche”, realizzata dalla Fondazione Filippo Caracciolo, il centro studi dell’ACI, e presentata oggi al Senato. Per la prima volta viene analizzato il tema dal punto di vista normativo, economico e sociale, con dati ed elaborazioni che disegnano un fenomeno in crescita e un mercato che presenta notevoli prospettive di sviluppo.
“Per la prima volta – ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani- abbiamo uno studio sul motorismo storico che offre un’analisi approfondita di un fenomeno che coinvolge milioni di italiani, tra proprietari e appassionati”.
“È un mercato non più di nicchia – ha sottolineato il Presidente dell’ACI – che si sta espandendo con ricadute economiche significative, in termini di valore e indotto, e che appassiona sempre di più anche le giovani generazioni. I dati presentati in questo Rapporto confermano l’urgenza di distinguere, a livello normativo, le auto storiche dalle auto vecchie, che sono insicure, fortemente inquinanti e non presentano alcun valore storico né collezionistico, anche per consentire alle Amministrazioni comunali di capire a quali consentire e a quali, invece, negare l’accesso ai centri storici”.
“Tutto questo – ha concluso Sticchi Damiani – non solo per tutelare il valore di veicoli unici, testimoni dell’evoluzione dell’ingegno umano, della tecnologia, dello stile e del design – ma anche per evitare la crescita di preoccupanti sacche di elusione fiscale. Le auto storiche devono essere tutelate, le auto vecchie, invece, sostituite, e, per il bene dell’intero sistema-mobilità, i loro proprietari devono essere messi in condizione di acquistare auto più sicure, più efficienti e più rispettose dell’ambiente”.
4,3 MILIONI LE “AUTO STORICHE” (43,9% DELLE “OVER 20”):
388mila nella Lista di salvaguardia ACI
Le auto che presentano un reale interesse storico e collezionistico sono 4,3 milioni: il 43,9% del totale delle “over 20”. Di queste solo 388mila dei 5,9 milioni tra le auto di età compresa tra i 20 e i 29 anni hanno visto riconosciuto il loro valore storico e sono presenti nella Lista di Salvaguardia, redatta dagli esperti di ACI Storico, Stellantis Heritage, Registro Italiano Alfa Romeo (RIAR), Associazione Amatori Veicoli Storici (AAVS) e dal mensile specializzato Ruoteclassiche. Tra i modelli di auto più diffusi nella Lista sono presenti alcune versioni di Fiat Panda (circa 35mila esemplari), di Autobianchi Y10 (poco meno di 21mila) e di Fiat Punto (circa 13.700). Nella Lista, tuttavia, sono presenti anche modelli più rari. Per circa 400, infatti, si contano meno di 1.000 autovetture, per un totale di 36mila esemplari: circa un decimo delle auto in Lista.

“OVER 20”: IL 40% AL SUD, IL 35% AL NORD, IL 18% AL CENTRO
Lo studio evidenzia che a livello territoriale esiste una correlazione tra la diffusione di auto storiche e reddito pro capite, laddove le auto del parco circolante ultraventennale sono diffuse soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, mentre le auto di maggiore pregio storico e valore economico sono concentrate quasi esclusivamente nelle aree del nord del Paese.